Somen

Maschera da samurai a tutto volto in ferro modellata a rappresentare un  uomo anziano

Periodo Edo ( 1615-1867), XVIII secolo

 

Le protezioni per il viso, - mengu - si svilupparono verso la fine del periodo Muromachi (1336 - 1537) svolgendo una doppia funzione sia protettiva sia di fissaggio per le corde del kabuto tramite ganci e anelli.  Le maschere a tutto volto, non essendo molto pratiche, erano piuttosto rare e diffuse esclusivamente tra i samurai di alto rango, che le indossavano nelle occasioni ufficiali come indice del loro status sociale.  Per questo motivo esistono pochi esempi di sōmen  e la loro fattura è quasi sempre di altissimo livello qualitativo. La struttura modulare, generalmente divisa in tre parti, come in questo caso, permetteva di allacciare  adeguatamente il  kabuto , aggiungendo la parte superiore solo se necessario.

Le fattezze di questa maschera derivano da quelle di Okina (l’uomo anziano), un personaggio tipico del teatro Noh, considerato di buon buon auspicio per longevità e prosperità. Il volto presenta difatti le caratteristiche di un vecchio uomo, con tre lunghe rughe sulla fronte (miage-shiwa) e le sopracciglia di crine bianche e folte; un rilievo a forma di pipistrello sotto le sopracciglia enfatizza inoltre l’espressione, rendendo di occhi incavati, ulteriore indice dell’età avanzata. L’espressione del viso risulta nel complesso estremamente ricca e potente.  L’esecuzione tecnica della maschera è di livello estremamente alto: nonostante la piastra di ferro sia spessa e pesante, la lavorazione risulta precisa, con un lavoro a sbalzo dettagliato e ben definito.

La maschera è firmata sotto al mento “Hiroshima (no) jū Ryōei saku” ma lo stile suggerisce piuttosto l’attribuzione a un fabbro della famiglia Myōchin, che produsse i migliori Sōmen del periodo Edo, spesso caratterizzati da ampie sopracciglia e un’espressione in grado di trasmettere la forza del guerriero che la indossava.