Sui kabuto potevano essere montati ornamenti di vario tipo, detti tatemono (letteralmente “cose che svettano”): tra questi, il maedate (“ornamento frontale”) era la decorazione che si poteva trovare più comunemente, tant’è che nell’immaginario collettivo è difficile immaginare un elmo da samurai senza un qualche tipo di vistoso decoro sul davanti. Si possono tuttavia trovare kabuto con decorazioni laterali (wakidate), posteriori (ushirodate), o sulla cima (kashiradate), come la piuma di coda di fagiano usata dai membri del clan Hosokawa. L’origine del maedate è antica e già nelle armature dei samurai del periodo Heian si trovano quasi sempre delle lunghe corna stilizzate (kuwagata) poste sulla visiera del kabuto. Tutto ciò cambiò durante il Sengoku jidai e le decorazioni dei abuto divennero più piccole e semplici.
I maedate potevano essere fissati sul fronte dell’elmo sostanzialmente con tre tipi di supporto:
Alcuni di questi tatemono erano vere e proprie sculture, a dimostrazione di quanto fosse importante l’estetica per le armature dei samurai. Un’interessante analisi può essere fatta sui materiali che venivano impiegati per la costruzione dei tatemono: se è infatti vero che la maggior parte di questi sono realizzati in legno intagliato e laccato o dorato, quando c’era la necessità di misure maggiori del normale, con spessori limitati, questo materiale diventava estremamente fragile e gli artigiani ripiegarono spesso sui fanoni di balena, estremamente resistenti ma allo stesso tempo flessibili.