La diffusione e la grande fioritura dell’Arte giapponese in Occidente la si deve innanzitutto alla figura del Samurai, condensato significativo della cultura del Sol levante. Non soltanto guerrieri al servizio del proprio daimyō, i Samurai rappresentavano una casta colta dedita alle arti marziali e allo shodō, l’arte calligrafica giapponese. Per tale motivo le armature dei Samurai sin dalla loro introduzione nella cultura Occidentale sul finire del XIX secolo hanno riscosso immediatamente grande attenzione per la pregiata fattura delle decorazioni ed una sapiente rifinitura e modellatura dei materiali.
Le armature dei Samurai possono variare molto nell’aspetto a seconda del loro periodo ma il loro legame profondo risiede nell’appartenenza ad un determinato clan piuttosto che un altro. La figura del Samurai infatti godeva di massima considerazione in virtù della sua pratica delle arti Zen. La stessa missione di protezione del proprio feudatario, il daimyō, era considerata come una delle vie inscritte nel destino dello stesso Samurai, il bushidō. La fedeltà assoluta rappresenta una delle chiavi della cultura giapponese in contrapposizione a quella occidentale, dove invece le milizie furono, sin dall’epoca romana, essenzialmente composte da professionisti dei mestieri delle armi. Per i Samurai questo aspetto non era concepibile in quanto il loro rango imponeva di considerare la lotta come atto di estrema spiritualità da compiere, anche nel sacrificio, per la collettività. Da qui il culto del seppuku e dell’harakiri, il sacrificio definitivo che il Samurai compiva togliendosi la vita con la propria arma come riparazione all’onta o ad una mancanza verso il proprio daimyō.
Il mercato delle armature dei Samuri originali è un mercato estremamente ricercato e competente, dotato inoltre di un alto profilo spirituale, oltre che commerciale. Le armature dei Samurai sono opere d’arte che racchiudono l’orientalismo in un unico oggetto di forte carica simbolica oltre che storica.