La produzione di spade giapponesi è ancora oggi attiva e può vantare almeno un centinaio di artigiani che continuano la migliore tradizione di forgiatura delle armi bianche. La richiesta delle katane è ancora molto alta e questo tipo di specializzazione riesce comunque a rivelarsi redditizio. Altra cosa però resta l’importanza storica e stilistica di una katana originale la quale può vantare, se non di esser stata utilizzata in combattimento, almeno di esser espressione di una data tecnologia di un periodo, di un’epoca particolare. Lo sviluppo delle armi infatti risponde sempre a precisi sviluppi socio politici e a determinate strategie militari e la storia delle nihonto, della spada giapponese, ne è un esempio calzante.
La katana originale comincia a diffondersi nel Giappone non prima del IV secolo ma attraverserà una fase di costante perfezionamento con modifiche nel disegno della lama e nella struttura delle leghe che rispondono a precise strategie militari dei differenti periodi storici.
Introdotte dai mongoli, le spade curve erano inizialmente spade larghe simili alle lame cinesi e venivano usate principalmente nella stoccata. Soltanto nel periodo Heian queste spade cominciano ad assumere la classica forma della katana originale, dal corpo molto più snello ma dalla lunghezza maggiorata che può arivare fino a 90 centimetri. Sebbene già in questo periodo i samurai giapponesi comincino ad utilizzare la spada principalmente nel colpo fendente e non più nella stoccata, il loro modo di indossarla è ancora di configurazione tachi, ovvero con la lama rivolta verso il basso.
Il motivo di tale scelta in questo periodo sta nell’utilizzo della spada come arma da cavalleria, ragione stessa da cui deriva il suo allungamento e la sua curvatura, nonché la predilezione del fendente in luogo della stoccata. La tachi tuttavia si dimostrò inefficace quando i samurai dovettero affrontare l’invasione mongola nel XIII secolo. Tornando al combattimento aperto la tachi si mostrò troppo fragile per le robuste armature delle milizie mongole. La forgia dei metalli in nuovi incroci di lega per dare robustezza alle nuove lame spinse i maestri spadai a costruire spade più robuste ma che potessero ugualmente essere ben maneggiate negli spazi ristretti del combattimento corpo a corpo. In questo modo la spada si assottiglia ancor più rispetto alla tachi, la sua curvatura diviene filante e contenuta in una misura che non supera i 76 centimetri. Nasce così la katana originale nella sua veste che conosciamo oggi, ma soprattutto nasce l’esigenza di adoperarla in tutt’altro modo, a due mani e con il filo della lama rivolto verso l’alto per esser sguarnita nel minor tempo possibile. È in questo momento che si crea tra il samurai e la sua spada quella immedesimazione personale che diventerà in alcuni casi leggendaria e che appassiona ancora oggi storici e semplici amatori della katana originale.