Il dō, la corazza dell’armatura da samurai, subì molte modifiche durante i secoli, adattandosi via via alle innovazioni nel campo della guerra; alcune delle idee cardine resistettero però per secoli nelle menti degli armaioli, tant’è che già nelle tanko, il primo modello di corazza di cui si ha notizia, si possono trovare, in uno stadio ancora precoce, gli archetipi sui quali si fondarono le armature dei secoli successivi: piastre metalliche, rivetti e legature.
Verso il decimo secolo, durante il medioevo giapponese, l’avvento di nuove variabili nella arte della guerra costrinse gli armaioli a modificare alcune parti dell’armatura. Con l’arrivo degli arcieri a cavallo venne difatti ideata una nuova armatura, la ō-yoroi, dotata di protezioni più affidabili ed efficaci rispetto al passato, sfruttando un nuovo tipo di costruzione. In questo periodo venne infatti introdotto il sistema dell’hon-kozane, un complicato ma efficiente metodo per legare moltissime piastrine metalliche tra loro: la trama che ne risultava era flessibile, ma al contempo resistente Il dō della ō-yoroi era costruito in unico elemento ma non copriva tutto il torso ed era quindi abbinato ad un altro elemento, il waidate, una larga piastra che copriva completamente il fianco destro del samurai. Dato che in questo periodo gran parte dei combattimenti avveniva con arco e frecce, il dō delle ō-yoroi era coperto generalmente con un rivestimento in pelle decorata (tsurubashiri), in modo che la corda dell’arco non si incastrasse nella trama delle piastrine.
Dopo le tentate invasioni mongole del XIV secolo, gli armaioli dovettero adattare le corazze alle nuove esigenze militari. Constatando che gli eserciti mongoli composti da falangi di fanteria erano decisamente più efficienti dei piccoli eserciti giapponesi a cavallo e che le loro armature leggere erano molto più efficaci nel combattimento a piedi, gli armaioli giapponesi decisero quindi di aggiornare le loro tecniche costruttive. Le ō-yoroi vennero quindi modificate per essere indossate a piedi e non a cavallo: dōmaru e haramaki avevano quindi una costruzione simile al modello precedente ma erano più leggere - realizzate con piastrine più sottili - e permettevano movimenti più agili. Anche questi due tipi di armatura erano quindi dotati di una corazza composta da un unico elemento flessibile, allacciabile rispettivamente sul fianco e sulla schiena. Vennero inoltre messi da parte gli tsurubashiri, diventati ormai obsoleti con l’abbandono degli archi in battaglia.
Con l’inizio dell’epoca Sengoku, nel XVI secolo si affermò infine un nuovo tipo di armatura da samurai, detto tōsei gusoku (letteralmente “armatura moderna”). Per questo tipo di equipaggiamento, che rimarrà in uso per tutto il periodo Edo, si possono distinguere diverse tipologie di dō, a seconda della tecnica costruttiva impiegata. Le più diffuse sono le seguenti: