Jineigu, gli strumenti del comando

05 Giugno 2019

Per impartire ordini sul campo di battaglia o per dirigere le truppe in movimento, i samurai utilizzavano diversi strumenti chiamati jineigu. Tra questi spiccava il gunbai uchiwa, un ventaglio rigido, parte dell’equipaggiamento di generali e daimyō che diventò con il passare del tempo un simbolo di potere. I gunbai più antichi erano semplici e sobriamente decorati, mentre nel periodo Edo furono aggiunte laccature in oro che li trasformarono in veri e propri gioielli. 

Un oggetto che assume un simile significato è il saihai, una sorta di scettro ispirato alla forma dello “scacciamosche” dei monaci buddisti. L’estremità del saihai poteva essere costruita con diversi materiali, tra i quali carta o crine, e veniva legato al bastone tramite un cordino.

Un accessorio di diverso tipo è invece il gunsen, il tipico ventaglio ripiegabile utilizzato dai samurai impegnati in campagne militari. Nonostante il loro scopo originale fosse quello di rinfrescare durate le giornate torride, i ventagli (durante il periodo Muromachi) divennero fondamentali nello svolgersi di alcuni rituali militari. In questi il gunsen veniva infatti utilizzato come vassoio per la presentazione dei doni agli dei; un samurai poteva inoltre sventolare il proprio ventaglio per pacificare gli spiriti maligni andando o tornando dalla battaglia e infine, il ventaglio era parte integrante della cerimonia dell’ispezione da parte del generale della testa mozzata del nemico. Questa peculiare ispezione si svolgeva nel seguente modo: per prima cosa il generale si sedeva sulla su uno sgabello pieghevole (shōgi) con un gunsen nella mano destra. In seguito, un ufficiale doveva porgere un arco al generale, il quale doveva infilare il ventaglio nella cintura, prendere l’arco con la mano sinistra poggiandolo da un lato e utilizzarlo per alzarsi. L’ispezione vera e propria veniva eseguita in piedi e a debita distanza dallo sgabello. Dopo l’ispezione, il generale doveva tornare al suo posto, sedersi, restituire l’arco all’ufficiale e in seguito aprire il ventaglio e sventolarlo vigorosamente tre volte con la mano sinistra. Come ultimo atto, doveva riportare il ventaglio nella mano destra, concludendo così la cerimonia. I lati del ventaglio erano solitamente decorati con le immagini di un sole e una luna, in oro o argento.

Una variante del gunsen era il tessen, un altro tipo di ventaglio le cui stecche esterne erano realizzate in ferro e spesso ageminate in argento. Dato che al tempo era vietato portare armi all'interno di abitazioni e castelli, i tessen venivano indossati dai samurai come parte dell'abbigliamento, come era usanza fare con i ventagli normali, che avevano un ruolo nell'etichetta giapponese, in modo da poter essere utilizzati come difesa improvvisata. Esclusi questi casi rari, i samurai erano soliti usare i tessen contro avversari di rango inferiore, dato che sguainare la katana contro dei popolani era un comportamento mal giudicato.

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