Le armature del Sengoku jidai

13 Marzo 2023

Il periodo che va dalla guerra di Onin, nel 1467, all’instaurazione dello shogunato Tokugawa (1600 o 1615, a seconda di come lo si voglia calcolare) fu un lungo periodo durante il quale i vari clan samurai combatterono tra di loro per raggiungere l’autonomia ovvero per espandersi a scapito dei feudi confinanti. Durante questi 150 anni di guerre civili giapponesi, le famiglie di samurai strinsero alleanze con alcuni altri clan e scesero in guerra con altri, in un continuo saliscendi di ruoli di potere. In questa frenesia militare è giocoforza che le armature da samurai subirono importanti innovazioni.

Il principale fattore che contribuì a modificare la struttura dell’armatura da samurai fu il l’impiego di truppe sempre più numerose per la formazione degli eserciti. Questo portò innanzitutto a dover realizzare molte più armature di prima, e costruirle con tecniche che ne permettessero una rapida riparazione in caso di necessità. In secondo luogo, questi eserciti iniziarono ad usare armi che prima erano meno impiegate: lo yari, una lunga arma in asta terminante con una punta acuminata, e il teppo, l’archibugio realizzato sui modelli europei. 

L’armatura da samurai divenne quindi leggera e molto più maneggevole, con bordi ripiegati che permettessero di bloccare le punte degli yari e talvolta con una costruzione (ma solo nei modelli più ricchi, come quelli realizzati da Yukinoshita a Sendai) che permettesse di deflettere le palle dei teppo. A livello pratico, vediamo un rimpicciolimento, e talvolta la sparizione, dei sode (protezione delle spalle) e dei fukigaeshi (le alette sullo shikoro), mentre le legature complesse vengono sostituite da odoshi più veloci da realizzare e più facili da riparare.

Armatura appartenuta a Honda Tadakatsu
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