Le decorazioni dei kabuto (elmi da samurai) sono chiamate tatemono, letteralmente “cose che stanno in piedi”. Apparvero a partire dal periodo Heian e per molto tempo vennero usati esclusivamente quelli di tipo kuwagata, ossia formati da due lunghe corna stilizzate, che venivano utilizzati sulle armature dei samurai di alto rango. Ritroviamo questa decorazione in tutti i dipinti antichi di battaglie, anche se i samurai all’epoca, nella maggior parte dei casi, non indossavano alcun abbellimento sull’elmo.
Tutto ciò cambiò durante il Sengoku Jidai (periodo degli stati belligeranti), in cui le decorazioni per gli elmi apparvero anche sulle armature dei samurai di rango inferiore. A partire dal periodo Edo sembra che certi feudi utilizzassero tatemono particolari per poter essere riconoscibili, come ad esempio la luna crescente del feudo di Sendai o l'inome delle armature di Kaga.
Oltre all’identificazione, ai tatemono si poteva attribuire anche un significato di singolarità, ne esistono infatti di una miriade di forme ispirate al mondo naturale come il sole, gli animali, le costellazioni e i vegetali. Venivano utilizzati inoltre soggetti tratti dalla religione, come il Karashishi o il drago o spesso semplicemente lo stemma del clan (kamon).
Il posto più comune dove veniva posta la decorazione era sulla fronte (maedate) mentre quelle laterali (wakidate) e quelle sul retro (ushirodate) sono più rare.
Un'altra variante è lo kashiradate, che si colloca in cima all'elmo, come la coda di piuma usata dai membri del clan Hosokawa per la loro armatura.
Alcuni di questi tatemono sono vere e proprie sculture, a dimostrazione dell’importanza dell'estetica sull'armatura dei samurai.