RAKUCHŪ RAKUGAI ZU
Vedute di Kyoto
Periodo Edo, metà XVIII secolo
Paravento a sei ante; inchiostro, pigmenti e oro su carta
121 x 282 cm ognuno
Le rappresentazioni dell’antica Kyoto e i suoi dintorni, (rakuchū rakugai zu) sono uno dei soggetti più diffusi dell’arte giapponese. L’ampia superficie dei paraventi era ideale per questo soggetto in quanto permetteva di rappresentare sia le vaste vedute della città che i dettagli più minuti della vita quotidiana della capitale. Le prime testimonianze di paraventi con questo tema risalgono ad alcuni documenti dell’inizio del XVI secolo, fino ad arrivare ai duecento esemplari sopravvissuti risalenti al XVI e XVII secolo, quando la loro produzione raggiunse il massimo splendore.
Questa coppia di paraventi può essere datata senza dubbio al XVI secolo, basandosi sullo stile, sulla composizione, e sui monumenti e le attività descritti nella fervente città.
In questo tipo di paraventi con vedute di Kyoto, in genere si affianca una veduta delle colline orientali su un paravento mentre sull’altro viene rappresentata la parte occidentale e la periferia. Solitamente Il festival Gion, che si svolge a verso metà dell'estate, è descritto nel paravento di destra mentre in quello di sinistra si trova un altro corteo che si avvicina al Castello di Nijo.
In questo paravento la grande processione dell’imperatore GoMizuno’o (1596-1680) al castello di Nijō nel 1626, è rappresentata con sontuosi dettagli; si apre con i funzionari imperiali a cavallo e procede con cinque carri trainati da buoi nel paravento di sinistra fino a estendersi al sesto pannello del paravento di destra, dove si vede la portantina dell’imperatore in procinto di partire dal Palazzo Imperiale. Il fatto che l’imperatore GoMizuno’o’s andasse in visita al castello di Nijō era un evento molto importante che richiedeva anni di organizzazione e la ricostruzione di intere parti del castello, che sono rappresentate anche dopo l’avvenimento dell’importante evento.
Mentre la processione solitamente sia sul paravento di destra che su quello di sinistra presenta un fulcro tematico attorno al quale gli altri elementi orbitano, in questa coppia invece i dettagli più affascinanti sono senza dubbio i celebri luoghi e le occupazioni dei cittadini.
Troviamo ad esempio due teatri Kabuki sull’argine orientale del Fiume Kano a Shijō tra i quali quello più a sud, Minami-za, è tutt’oggi attivo e si trova ancora nella stessa posizione. Di fronte al tempio Seiganji sulla strada, appena sotto i teatri di Kabuki, leggermente a sinistra, troviamo vari sacerdoti che raccolgono offerte per il tempio mentre brandiscono uno stendardo con rappresentata una campana.
Nei primi due pannelli a partire da destra sono visibili alcuni punti di riferimento ben noti, come la sala del Grande Buddha (distrutta da un fulmine nel 1798) e il lungo Sanjūsangendō che appare nei primi due pannelli del paravento di destra. L'artista dedica inoltre particolare attenzione anche all’entrata del tempio Higashi Honganji nella parte bassa del primo pannello. Nel paravento di sinistra troviamo altri punti di riferimento come il Santuario Kitano, il castello Nijō nel centro, il Nishi Honganji nella parte bassa del pannello e i templi e i santuari di Arashiyama nella parte alta del quinto e sesto pannello.
Fin dalle più antiche raffigurazioni dei paraventi con scene di Kyoto, ritroviamo la rappresentazione delle stagioni attraverso i loro tipici elementi. In questo caso la presenza dei ciliegi in fiore nel paravento di destra e degli aceri scarlatti in quello di sinistra, vuole essere un inno alla primavera e l’autunno, ovvero i due momenti di splendore della città.
I paraventi con scene di Kyoto vennero prodotti in grande quantità durate il periodo Edo, in particolare nel XVII secolo, grazie all'incredibile periodo di pace e floridità che seguì all’unificazione della nazione sotto il regime del clan dei Tokugawa.
Nella politica dello shogunato a “presenza alternata” ” (sankin kōtai) era di fondamentale importanza la figura dei signori della guerra, fedeli ai Tokugawa, che si dividevano tra Edo, la capitale amministrativa, e i loro domini, assicurando un flusso quasi continuo di persone, prodotti e informazioni per tutto il regno. A Kyoto che era ritenuta essere il centro della religione, del turismo e della produzione artistica, il flusso di visitatori era particolarmente intenso e i paraventi erano sicuramente un lussuoso souvenir da acquistare a testimonianza del viaggio intrapreso nella capitale.
Oltre a questi, un’altra ventina di paraventi, tra i quali quelli della collezione dell’università di Bukkyō del museo della prefettura di Okayama e del museo della prefettura di Chiba, presentano la stessa composizione dei presenti, testimoniando la circolazione dei modelli di composizione tra i vari studi di pittura. Anche se le composizioni risultano simili, le singole opere presentano dettagli unici, assicurando il fascino infinito con cui i paraventi di Kyoto continuano ad conquistare gli osservatori.
Cod: byo-1195