Le sculture giapponesi sono le testimonianze più forti dell’influenza del buddhismo in terra nipponica traducendo l’equilibrio e la serenità della filosofia orientale in opere di altissimo pregio, consacrate soprattutto ad una funzione iconica all’interno dei templi e dei santuari. L’ingresso del buddhismo in Giappone è collocato intorno alla metà del VI secolo ad opera di un’ambasceria coreana e da allora la religione buddhista ha svolto una funzione di collante per l’intera società giapponese notoriamente disgiunta nelle classi sociali e disomogenea tra le coste e i territori più interni. È per questo che Giuseppe Tucci, il maggior orientalista italiano scomparso ormai trent’anni fa, parlò di un “umanesimo buddhista” per definire la portata enorme che ebbe la religione proveniente dalle regioni dell’India nella cultura giapponese.
Le sculture giapponesi sono testimoni diretti di questo innesto profondo fin dal periodo Asuka (VIII secolo) quando gli scultori giapponesi cominciarono a scolpire, prevalentemente nel legno, le prime sculture sacre buddhiste. I canoni e gli stili che si sono succeduti hanno poi mantenuto pressoché invariata l’equilibrio formale di fondo, pur rinnovando di volta in volta i linguaggi espressivi delle sculture giapponesi. Tra il periodo Muromachi e il periodo Edo (dunque tra il XVI e XVII secolo) la scultura giapponese ha poi vissuto un’altra importantissima fase di rinnovamento forgiando le nuove sculture in legno con un uso sapiente delle pieghe e del movimento pur mantenendo inalterato l’equilibrio delle composizioni.
Sempre di tale periodo si assiste ad un’apertura delle tematiche e dei soggetti delle sculture giapponesi anche al di fuori dell’arte sacra, infondendo l’estetica dell’equilibrio e della perfezione formale ad oggetti scultorei non necessariamente destinati ai santuari. Nei temi riproposti dalla scultura giapponese è fondamentale il richiamo alle culture esterne, come nei casi dei draghi di chiara ispirazione cinese, o dell’elefante, il quale seppur rappresenta un tema fondamentale nella cultura della scultura giapponese si tratta anche qui di una rivisitazione da parte degli artigiani e degli scultori giapponesi di modelli provenienti dalle regioni della Malesia e dell’India.
La scultura giapponese sembra dunque aver fatto tesoro di una civiltà ben più ampia del territorio nipponico e che si estende a tutto l’Oriente, traendone una significativa sintesi in uno stile che è, oggi, l’espressione autentica della scultura giapponese.