Momonari bachi kawari kabuto
Kaga, fine del periodo Edo
XIX secolo
Basato sulla classica forma “momonari”, ovvero a forma di pesca, la superficie è suddivisa in cinque piastre e presenta una patinatura color cioccolato tipica della regione di Kaga, con applicazioni in ferro sbalzato su tutta la superficie: grosse spirali sui lati e nuvole su mabizashi e fukigaeshi. La costola posteriore è coperta dal corpo di un drago la cui testa – removibile – fa capolino dalla cima dell’elmo. Lo shikoro è eseguito secondo lo stile della provincia, con l’ultima piastra laccata in maniera differente dalle altre e l’interno in oro, a indicare un alto rango del possessore dell’elmo. Tale protezione può inoltre essere agilmente sostituita grazie ad un ingegnoso sistema che permette di staccare la parte inferiore del bachi, permettendo al proprietario di poterlo abbinare a diverse armature.
L’elmo non è firmato, ma lo stile e le forme suggeriscono un fabbro della scuola Kaga Miyōchin, e in particolar modo della famiglia Kojima. Vista l’eccezionale qualità, si può inoltre azzardare una attribuzione a Munemitsu, un allievo di Kojima Munetaka di cui non si conoscono opere firmate ma di cui si sa che era eccellente nell’uchidashi e che in futuro, nell’epoca Meiji, si sarebbe specializzato nella produzione di okimono. Suo figlio Yamada Sōbi è inoltre uno dei più famosi scultori di metallo del periodo Meiji. Questo kabuto può dunque essere considerato come un ponte tra la produzione di armature e quella di jizai okimono, in cui si specializzarono i fabbri Miyōchin a partire dalla metà dell’Ottocento.
(Inv. #2086)