Periodo Edo, circa 1700
25,2 x 23,2 x 4,5 cm
Lacca takamaki–e e nashiji; bordi in peltro
Questa rara suzuribako è decorata in takamaki-e con un gatto domestico all'esterno del coperchio e ventagli sparsi di tipo gunbai all'interno.
Decori con gatti su oggetti in lacca sono piuttosto insoliti. L'artista che ha decorato questa suzuribako ha lavorato probabilmente su commissione, poiché ha adattato il tema ben più consueto della tigre al ritratto di un gatto addomesticato, che tuttavia è raffigurato con un pelo nelle tinte di quello di una tigre. Il risultato finale è comunque notevole: la sensazione di gioia nell'osservare un gatto tradotta in maki–e.
Anche gli angoli rovesciati (irizumi) sono piuttosto insoliti e indicano che si tratta di un prodotto speciale, poiché questo tipo di finitura richiedeva più tempo e attenzione da parte dell'artigiano rispetto ai normali angoli retti.
I gatti arrivarono in Giappone molto probabilmente su navi cinesi nel VI secolo. Erano impiegati sulle navi come cacciatori di topi e il Giappone fu ben lieto di impiegarli per lo stesso scopo nelle piantagioni e nei templi. I gatti domestici erano invece inizialmente rari. Venivano tenuti e curati esclusivamente dalle élite e per questo motivo sono sempre raffigurati nelle opere d'arte più antiche in un ambiente lussuoso.
SOLD
(Inv. #1784)
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