Firma: Kaei 6 - Ushidoshi Oshu Nihonmatsu-ju Myōchin Ki (no) Muneaki saku
Realizzato nel 1853 da Myōchin Ki Muneaki nel castello di Nihonmatsu
L’elmo è un suji kabuto a 24 piastre con cinque file di rivetti ribattuti a vista. La forma è piuttosto alta (koseizan) e le finiture, quali la visiera (mabezashi) e il supporto per il maedate (haraidate) sono ben curate. Lo shikoro a cinque piastre porta sui fukigaeshi un raro kamon (stemma) realizzato in lacca maki-e di argento, raffigurante la farfalla (hachō) impiegata nell’antichità dal clan Taira e successivamente ripresa da alcune famiglie che ne reclamavano la discendenza, tra cui spicca il clan Matsudaira, la famiglia shogunale.
Il maedate a mezzaluna porta il simbolo “ichi” al centro.
La maschera è di tipo ressei, di ottima fattura. Le forme del naso, delle orecchie e del mento sono quelle tipiche della branca operante nella regione di Ki, dove la famiglia di armaioli Myōchin si stabilì all’inizio del periodo Edo e si specializzò nella lavorazione a sbalzo (uchidashi).
L’iscrizione è decisamente interessante, poiché colloca l’elmo all’interno del castello di Nihonmatsu, che fu assediato durante la battaglia di Aizu nel 1868, nella quale si scontrarono Matsudaira Katamori e le forze per la restaurazione imperiale. Durante l’assedio morirono 543 samurai fedeli allo shogunato, sotto le armi moderne utilizzate dai daimyo imperialisti, addestrati ed equipaggiati dagli eserciti occidentali. La presenza del kamon a farfalla, utilizzato dai Matsudaira, confermerebbe l’utilizzo dell’elmo da parte di samurai fedeli allo shogunato. Le armature legate a questi eventi sono state quasi tutte perdute o distrutte e trovare un elmo in perfette condizioni che è sopravvissuto alle ultime battaglie civili giapponesi è senza dubbio un evento straordinario.
Prezzo: 9.500 €
Nr. Inventario: 1802